domenica 5 dicembre 2010

La dolcezza del cioccolato

Degustazione I Piacevolissimi, cioccolato Vini e Distillati al Grand Hotel St.Regis.


Ci si accorge di avvicinarsi al Natale quando nei quartieri si appendono le luci natalizie, tutti i negozi si decorano a festa e si comincia a pensare a cosa preparare per il pranzo di Natale e a tutti i regali da porre sotto l'albero. Il Natale, fra tutte le feste, è quella più legata ai ricordi dell'infanzia e a montagne di dolcezze. E quale è la dolcezza per antonomasia? Il cioccolato, montagne di cioccolato, fiumi di cioccolato.
Non per niente "Charlie andThe Chocolate Factory" è un film piaciuto non solo ai bambini, ma anche agli adulti. La cioccolata è considerata un efficace antidepressivo e cioccolatini e praline sono un regalo che si scambiano anche gli adulti. E neanche io sono immune a questo fascino.
Perció molto volentieri, nonostante una manifestazione di studenti martedì 30 novembre abbia messo in ginocchio il traffico già normalmente congestionato di Roma, mi sono avviata al Grand Hotel St.Regis per una degustazione di cioccolato, vini e distillati, organizzata dall'Arte dei Vinattieri, CO.VI.RO e Perugina.
Già aprendo le porte del Grand Hotel, che un deferente addetto in tuba e marsina mi teneva aperte, sono entrata in un vasto atrio sontuoso, in cui troneggiava un grandissimo albero di Natale.

 

L'arredamento lussuoso sembrava concepito per una scenografia dello Schiaccianoci e non mi sarei stupita se Greta Garbo, seguita da un set di cagnolini petulanti fosse apparsa come una folata di vento attraverso le porte girevoli come nella scena finale del film Grand Hotel, inseguita da un codazzo di facchini carichi dei suoi bagagli. Il salone delle degustazioni, con i suoi grandi specchi a cornici dorate e intarsiate, gli stucchi e le pesanti tende di velluto color bordeaux rappresentava un set perfetto per presentare la suntuosità del Natale.


Al centro della sala un enorme tavolo ovale era ricoperto con scatole di legno e pacchi dono avvolti in carte
sfavillanti e lucenti. Ma il loro contenuto in sigari,cognac e vini pregiati faceva intuire che non ai bambini erano destinati quei doni, bensi ad adulti esigenti e bon vivant. Ai lati della sala erano posizionati i banchi di assaggio, che offrivano moscati, passiti, vini rossi di vigneti di alta tradizione e grappe raffinate e delicate. A questi tavoli si alternavano postazioni d'assaggio con vassoi d'argento ripieni di  tavolette  sottili di cioccolato fondente, al latte, di grandi ciotole e alzate di gianduiotti e bacetti avvolti nelle loro ben identificabili carte dorate e argento con stelle blu. Eravamo tutti adulti, ma sembravamo tanti bambini. Ci lasciavamo sciogliere il cioccolato in bocca con un piacere a malapena celato. Ci deliziavamo per il vin santo servito in piccoli bicchierini "usa e gusta" di cioccolato, cosicchè il liquido dolce e aromatico si mescolava con il gusto  del cioccolato che si scioglieva in bocca come una torre che si sgretola. Ma la più riuscita combinazione è stata per me il connubio bicchierino fondente con la profumatissima grappa di Brunello.
In fondo alla sala, separato dal resto dalle pesanti tende drappeggiate c'era l'attrazione della serata. Un maestro pasticcere scioglieva grandi quantità di blocchi di burro di cacao, cioccolato nero e al latte e spatolava in stampi di silicone praline riposte in frigo a condensarsi prima di essere servite a un
pubblico curioso e impaziente. Assistito da un maestro di cerimonia in livrea scura e guanti bianchi (!) intonsi, mi ricordava in qualche modo Babbo Natale con assistente nella sua fabbrica  al Polo Nord. Il tavolo era decorato di con grandi fave di cioccolato, con semi allo stato grezzo, con nocciole, con ribes rosso e nero.


Con l'impazienza tipica dei bambini seguivamo il riempimento dei gusci di pralina ormai solidi, colmati da questo maestro nella sua arte con farcia al caffè prima che l'aiutante distribuisse in pochi secondi le praline che il pubblico si contendeva e gustava con l'aria di bambini felici. Verso le nove, sazia e appagata da tutta quella dolcezza, il naso ormai insensibile a causa di tutti quegli stimoli olfattivi, ho oltrepassato le porte girevoli di quel suntuoso atrio illuminato dai riverberi di cento riflessi e mi sono ritrovata fuori in una scura, umida, piovosa Via Orlando, illuminata solo dalle luci aggressive di auto e motorini e mi sono sentita come la Piccola Fiammiferaia, dopo aver spento l'ultimo cerino, ma dentro ancora la dolcezza di tutto quel cioccolato e il calore di quei passiti che mi hanno accompagnata e scaldata sulla via di casa.

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